Celebrazione del 36° Anniversario della Fondazione della Camera Civile di Palermo

Il prossimo 3 luglio 2025 alle ore 18:00, presso la suggestiva cornice dell’Euroyachting Sport – Antico Stabilimento Balneare di Mondello, si terrà la cerimonia per celebrare il 36° anniversario della fondazione della Camera Civile di Palermo.

Sarà un momento di condivisione e memoria collettiva, nel segno della storia, dell’impegno e della continuità che da sempre contraddistinguono la nostra Camera.
Alla cerimonia parteciperanno numerosi colleghi, amici e rappresentanti istituzionali, tra cui il Presidente del Tribunale di Palermo, Dr. Piergiorgio Morosini, il Presidente del COA di Palermo, Avv. Dario Greco, e il Segretario nazionale dell’U.N.C.C., Avv. Rosaria Filloramo, che porterà anche i saluti del Presidente Avv. Alberto Del Noce.

Durante la serata, verranno ripercorsi i passaggi fondamentali della storia della Camera Civile, ricordando le sue origini – datate 1989 – e rendendo omaggio a chi, con entusiasmo e visione, ne ha reso possibile la nascita. Un pensiero speciale sarà rivolto ai Soci Fondatori, veri custodi della memoria e dell’identità della nostra istituzione.

Particolarmente atteso sarà il momento della consegna delle Tessere onorarie ai Soci Fondatori, gesto simbolico e profondo che rinnova l’impegno verso i valori di colleganza, deontologia e difesa della giustizia civile.

La serata si concluderà con un momento conviviale, occasione per rinsaldare i legami tra colleghi e celebrare insieme questo importante traguardo della nostra storia professionale.

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La dignità della giustizia: una riflessione civile in occasione del 17 giugno

Il 17 giugno, data in cui è stato arrestato Enzo Tortora, è la data che dovrebbe ricordare ogni anno la Giornata nazionale delle vittime di errori giudiziari, ed è passata ancora una volta sotto silenzio.
Eppure non sono mancati, anche in questi giorni, episodi che avrebbero meritato una riflessione più ampia e pubblica sul ruolo della giustizia nel nostro Paese.

Due casi recenti, in particolare, hanno riportato sotto i riflettori – o, meglio, avrebbero dovuto farlo – la questione dell’uso della custodia cautelare e della debolezza di alcune imputazioni.

La prima è la vicenda di Marjan Jamali, donna iraniana giunta in Italia con il figlio di otto anni, che ha dovuto subire 217 giorni in carcere e 300 giorni agli arresti domiciliari, prima di essere assolta con formula piena dal Tribunale di Locri. L’accusa: aver distribuito cibo e svolto ruoli di cura a bordo di un’imbarcazione di migranti, attività ritenuta – senza alcun riscontro probatorio – un favoreggiamento del traffico di esseri umani.

La seconda è quella di Maysoon Majidi, attivista curda per i diritti civili, arrestata il 31 dicembre 2023 e rimasta detenuta per 302 giorni, sempre con l’accusa – poi caduta – di essere una “collaboratrice” degli scafisti. Anche in questo caso, il giudice ha riconosciuto la totale infondatezza delle accuse.

In entrambe le vicende, ciò che colpisce è il fatto che gli accusatori siano diventati irreperibili, e che l’intero sistema accusatorio mostrasse evidenti debolezze sin dall’inizio.

Si pone, ed è doverosa, una riflessione sul senso della “obbligatorietà dell’azione penale”, del significato da attribuire all’art. 358 c.p.p., che impone anche la ricerca attiva di elementi a favore dell’indagato.

È in questi momenti che lo Stato di diritto mostra le sue crepe. E non si tratta solo di questioni penalistiche. L’arretramento della giustizia colpisce anche il diritto civile, laddove la tutela giurisdizionale viene svilita da lentezze, formalismi e inefficienze.
I casi di giustizia del lavoro, le separazioni personali, le tutele dei minori, i crediti non riscossi che segnano la linea sottile tra sopravvivenza e fallimento per tante piccole imprese e famiglie, non sono meno importanti.

La giustizia civile – troppo spesso dimenticata nel dibattito pubblico – è essa stessa presidio dello Stato di diritto. E il suo funzionamento non può essere considerato secondario rispetto ai grandi temi dell’attualità internazionale o delle tensioni geopolitiche.

Dalle aule di Locri a quelle di Teheran, fino alle macerie di Gaza, il filo che tiene insieme le vicende di Marjan Jamali e Maysoon Majidi, la repressione delle donne in Iran, e la guerra tra Israele, Gaza e l’Iran, è la lenta ma costante erosione dello Stato di diritto.

Per questo raccontare vicende come quelle di Marjan Jamali e Maysoon Majidi non è un fatto marginale. È un modo per richiamare l’attenzione sulla dignità del diritto e sulla necessità di una giustizia che sia davvero tale, in ogni ambito, per ogni persona.

La Camera Civile di Palermo, anche attraverso la voce dei suoi iscritti, intende continuare a dare spazio a queste riflessioni, con l’auspicio che anche l’informazione e le istituzioni si facciano carico di questa responsabilità.
Perché la legalità non è solo un valore, ma una pratica quotidiana.

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I Cantieri del Diritto Congresso Giuridico dei Fori Siciliani e del Distretto di Palermo: Selinunte – Marsala, 11-14 giugno 2025

Nei tre giorni del Congresso, articolati in sessioni plenarie e tavoli tematici, si sono avvicendati interventi di altissimo profilo: magistrati, accademici, rappresentanti dell’Avvocatura e delle istituzioni hanno affrontato temi cruciali quali le nuove dinamiche delle mafie, l’evoluzione normativa nel contrasto alla criminalità organizzata, le sinergie possibili tra magistratura e Avvocatura, nonché il ruolo del giurista nella società contemporanea.

Dal 11 al 14 giugno 2025, nella splendida cornice di Selinunte e Marsala, si è svolta la 9a Edizione del Congresso Giuridico dei Fori Siciliani e del Distretto di Palermo, intitolato I Cantieri del Diritto, un’importante occasione di confronto e riflessione sui temi della legalità, del ruolo dell’Avvocatura e della giustizia nel nostro Paese. Il filo conduttore dell’evento è stato il tema attualissimo: Le mafie tra passato e presente. Evoluzione ed attualità del fenomeno mafioso. Il contributo dell’Avvocatura alla conoscenza e al contrasto del fenomeno.

Un plauso va rivolto all’Ordine degli Avvocati di Marsala, tra i principali promotori dell’iniziativa insieme all’Organismo Congressuale Forense, per l’eccellente organizzazione del Congresso, curata con rigore e sensibilità istituzionale.
Un sentito ringraziamento va anche alla Camera Civile di Marsala per la calorosa ospitalità e per il prezioso contributo alla riuscita dell’evento.

Alcune delle sessioni si sono svolte nel suggestivo Complesso Monumentale di San Pietro, recentemente oggetto di un mirabile intervento di restauro, che ha restituito all’edificio non solo la sua bellezza architettonica, ma anche il suo valore culturale più profondo, come luogo simbolico di conoscenza, storia e identità civica.

Restituire spazi pubblici alla cittadinanza attraverso la cultura è un modo concreto di contrastare le mafie, affermando la forza della legalità anche attraverso la cura del patrimonio e la promozione della bellezza come bene comune.

Tra i momenti salienti, ricordiamo l’apertura dei lavori con l’intervento inaugurale dedicato alla memoria dei giudici Falcone e Borsellino, l’approfondimento sul PNRR e l’efficienza del sistema giustizia, e le sessioni dedicate alla deontologia professionale, all’etica e al ruolo sociale dell’avvocato.

Sabato 14 giugno: una giornata cruciale per il futuro della professione

La giornata conclusiva di sabato 14 giugno ha rappresentato, senza dubbio, un momento denso di contenuti e di confronto politico-professionale.

Certamente uno degli interventi più attesi è stato quello dell’Avv. Francesco Greco, Presidente del Consiglio Nazionale Forense. Con un discorso articolato e appassionato, l’Avv. Francesco Greco ha toccato due nodi fondamentali del dibattito giuridico attuale: da un lato, la proposta di riforma costituzionale relativa alla separazione delle carriere tra magistratura requirente e giudicante; dall’altro, la riforma dell’Ordinamento della professione forense, sulla quale il CNF ha investito energie significative in sede consultiva e istituzionale.

Nel corso della sua relazione, l’Avv. Francesco Greco ha sottolineato l’importanza di un confronto aperto e non ideologico sulla separazione delle carriere, richiamando la necessità di rafforzare le garanzie del giusto processo senza indebolire il principio dell’autonomia e indipendenza della magistratura. Ha poi affrontato il tema della proposta di legge di riforma dell’Ordinamento forense, ricordando il ruolo centrale del CNF nella sua elaborazione e il dialogo, ancora in corso, con le diverse componenti dell’Avvocatura, che, per la verità, su alcuni punti mantengono posizioni critiche o divergenti.

A seguire, si è svolta una vivace tavola rotonda, moderata dall’Avv. Dario Greco, Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Palermo, dedicata proprio al tema dell’“Avvocato del futuro. Pensare da legale, agire in digitale”. Il dibattito ha affrontato le prospettive dell’Avvocatura nella società tecnologica e globalizzata, le nuove competenze richieste dalla digitalizzazione dei procedimenti, e le sfide etiche che ne derivano.
Tra gli interventi più significativi, quello dell’Avv. Rosaria Filloramo, Segretario dell’Unione Nazionale delle Camere Civili, che ha portato i saluti del Presidente Nazionale Avv. Alberto Del Noce, sottolineando l’impegno costante dell’Unione nella promozione culturale della funzione dell’avvocato civilista, nel dialogo interistituzionale e nella formazione. L’Avv. Filloramo ha proposto un’interessante riflessione sul rinnovamento della professione forense, richiamando la necessità di formare professionisti flessibili, tecnicamente preparati ma anche socialmente responsabili.

La Camera Civile di Palermo ha partecipato rappresentata dal Presidente Avv. Gerlando Gibilaro che, portando i saluti di tutto il Direttivo, ha posto l’accento su uno dei temi più urgenti per l’effettività del diritto: i tempi della Giustizia, con particolare riferimento al pregresso accumulato nei tribunali del Sud Italia. L’Avv. Gibilaro, come molti altri relatori, ha sollecitato soluzioni concrete per lo snellimento dell’arretrato, l’introduzione di modelli organizzativi più efficienti e l’impiego di strumenti tecnologici e digitali in grado di supportare il lavoro degli uffici giudiziari. L’Avvocatura – ha sottolineato – ha il dovere di partecipare attivamente alla riforma del sistema, proponendo e sostenendo interventi in grado di rafforzare il principio costituzionale della ragionevole durata del processo.


Il Congresso si è concluso tra applausi e rinnovata consapevolezza: l’Avvocatura siciliana, pur tra sfide complesse e cambiamenti epocali, resta presidio insostituibile di legalità, cultura giuridica e difesa dei diritti. I Cantieri del Diritto sono aperti: sta a noi, oggi, costruire la giustizia di domani.

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Verso una nuova legge professionale: presentazione della proposta di riforma dell’Ordinamento Forense

La Camera Civile di Palermo, da sempre attenta ai temi dell’evoluzione normativa della professione forense, presenta una lettura comparata tra la legge professionale vigente (L. 247/2012) e la proposta di riforma dell’ordinamento forense trasmessa il 16 maggio 2025, attualmente all’attenzione delle istituzioni competenti.

Abbiamo curato la redazione di una tabella comparata volta a evidenziare in modo chiaro e sintetico quelle che crediamo essere le principali differenze tra il testo in vigore e la proposta di riforma, offrendo così uno strumento di supporto al dibattito professionale e istituzionale.

Il nuovo articolato si propone di aggiornare profondamente il quadro normativo, toccando aspetti cruciali della professione: dall’estensione delle attività riservate agli avvocati, alla riformulazione dei percorsi di tirocinio, dalla ridefinizione delle forme associative e collaborative, all’introduzione di nuove garanzie e responsabilità professionali.

Tra le principali novità:

  • riconoscimento più esplicito del ruolo dell’avvocato come presidio dello Stato di diritto e garante dei diritti fondamentali;
  • introduzione della monocommittenza e della collaborazione continuativa come nuove modalità di esercizio della professione;
  • rafforzamento del segreto professionale, qualificato come principio di ordine pubblico;
  • nuova disciplina elettorale per i Consigli dell’Ordine, con possibilità di candidature in lista;
  • criteri più rigorosi e verificabili per il tirocinio forense.

Tuttavia, la proposta non è esente da luci e ombre. Alcune scelte normative sollevano interrogativi, sia in merito all’effettiva tutela delle condizioni lavorative dei giovani avvocati, sia in ordine alla reale portata innovativa di alcune disposizioni. La mancanza, ad esempio, di una regolamentazione organica sulle incompatibilità o di una più incisiva disciplina dell’equo compenso, sono elementi che meritano ulteriori riflessioni.

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“Intimazione di pagamento” senza giudice: perché vale la pena seguirne l’evoluzione. Il documento dell’UNCC.

Dalla voce diretta del Presidente Avv. Alberto Del Noce è arrivato l’aggiornamento sull’audizione che l’UNCC ha tenuto il 21 maggio davanti alla Commissione Giustizia del Senato sul DDL n. 978.
Il testo – lo ricordiamo – consentirebbe agli avvocati di notificare un atto di intimazione di pagamento con effetti molto simili a quelli di un decreto ingiuntivo, ma senza passare dal vaglio preventivo del giudice.
Un’idea che, se funzionasse, sfoltirebbe le cause monitorie (e i tempi) davanti ai Giudici di Pace.

I punti di forza

  • Responsabilizzazione dell’avvocatura – Diventiamo coprotagonisti del sistema, assumendoci in proprio la verifica cartolare del credito.
  • Snellimento dei tempi – L’atto diventa titolo esecutivo se non c’è opposizione: niente decreto, niente bolli aggiuntivi, meno code di ruolo.
  • Allineamento europeo – Molti ordinamenti dell’UE prevedono già procedure “extra-giudiziali” analoghe; il ddl va nella stessa direzione.

Necessità di una riflessione

Nell’audizione l’UNCC ha però evidenziato alcuni nodi che il Senato dovrà sciogliere:

  • Chiarezza formale: Il destinatario deve capire subito di trovarsi davanti a un atto “pesante”, non a una diffida qualsiasi. Servono modelli obbligatori, avvertenze in grassetto, zero ambiguità.
  • Competenza per l’opposizione: Se il debitore vuole reagire, deve sapere a quale giudice rivolgersi. Il ddl va precisato per evitare spot forum e conflitti.
  • Regime disciplinare e responsabilità: Chi sbaglia paga: bene. Ma le sanzioni vanno armonizzate con il codice deontologico, lasciando la regia al CNF e non ai singoli ordini.
  • Compensi: Senza parametri transitori, ogni foro rischia la “gara al ribasso” o, al contrario, parcelle fantasiose. Meglio fissare subito scaglioni chiari.
  • Coordinamento con la Riforma Cartabia: Lo ha ammesso la stessa proponente, on. Erika Stefani: il disegno è nato prima della Riforma Cartabia e va aggiornato. Occasione utile per evitare sovrapposizioni normative.

Perché interessa da vicino anche Palermo

Nel nostro distretto – come accade in tante altre zone del Paese – il decreto ingiuntivo davanti al Giudice di Pace è uno strumento che utilizziamo ogni giorno: pensiamo al recupero di crediti per spese condominiali, canoni di locazione, sinistri con danni lievi. È una procedura che conosciamo bene e che spesso rappresenta l’unica via concreta per tutelare diritti “piccoli” ma importanti.
Ecco perché l’idea di una via più rapida e snella per arrivare all’esecuzione potrebbe fare la differenza: significherebbe alleggerire tempi e costi, sia per i nostri studi che per l’apparato giudiziario, spesso già messo alla prova da carichi eccessivi.

Ma c’è di più. Una riforma del genere ci chiederà di acquisire nuove competenze: dalla gestione della documentazione probatoria, all’autocertificazione dei presupposti del credito, fino alla valutazione dei rischi professionali legati alla sottoscrizione dell’atto. Chi saprà muoversi con sicurezza in questo nuovo scenario, potrà trasformare la novità in un’opportunità concreta di crescita professionale.

E infine, non dimentichiamolo: se la procedura si semplifica, il contenzioso che ne deriva sarà più “di qualità”. Meno opposizioni su vizi formali, più attenzione ai profili sostanziali della controversia. Una giustizia, insomma, che va al nocciolo delle questioni.

Il documento dell’UNCC

Alleghiamo il testo integrale delle osservazioni tecniche depositate al Senato. Vale la pena leggerlo (e farlo girare tra praticanti e collaboratori) perché:

  • offre spunti pratici su come potrebbe strutturarsi l’atto di intimazione;
  • fotografa le criticità che noi, come avvocati di base, potremmo trovarci in mano domani;
  • invita la categoria a partecipare al dibattito con proposte concrete.

Prossimi step

Nelle prossime settimane la Commissione Giustizia del Senato inizierà a mettere mano al testo, aprendo ufficialmente la fase degli emendamenti. Insomma, la discussione entra nel vivo, e il disegno di legge inizierà a prendere la sua forma definitiva.

Nel frattempo, l’UNCC ha aperto un tavolo tecnico: si stanno raccogliendo suggerimenti, osservazioni, casi pratici. Se qualcuno di noi ha spunti, criticità da segnalare o semplicemente esperienze utili da condividere, può farlo anche attraverso la nostra segreteria. È un modo concreto per partecipare, non da spettatori ma da professionisti coinvolti.

Noi, come Camera Civile di Palermo, stiamo già pensando a una iniziativa formativa ad hoc – che potrà essere un webinar o un incontro in presenza – per affrontare in modo operativo la novità: quando (e se) la riforma diventerà legge, dovremo essere pronti a capire cosa fare, come farlo e soprattutto come farlo bene.

In definitiva, questa proposta potrebbe diventare un vero banco di prova per un’avvocatura più consapevole e per una giustizia civile più snella. Ma perché non resti solo una buona intenzione scritta sulla carta, serve l’impegno di tutti: leggere, capire, discutere e – se serve – anche criticare.

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La Camera Civile di Palermo alla commemorazione della Strage di Capaci

Alle 11:30 di venerdì 23 maggio, in Piazza della Memoria – cuore della Cittadella giudiziaria – si terrà la cerimonia istituzionale di commemorazione della strage in cui, nel 1992, persero la vita i magistrati Giovanni Falcone e Francesca Morvillo insieme agli agenti di scorta Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo.

Il Direttivo della Camera Civile di Palermo parteciperà con una propria delegazione ufficiale testimoniando in tale maniera la vicinanza ai familiari delle vittime, alle istituzioni giudiziarie.

L’eredità dei Giudici Falcone e Morvillo è un patrimonio di coraggio e di rigore che appartiene a tutti noi; essere presenti in Piazza della Memoria significa trasformare quel ricordo in azione quotidiana di legalità e giustizia.

Invitiamo tutte le colleghe e i colleghi a prendere parte alla cerimonia testimoninando i n tale maniera il ruolo essenziale dell’avvocatura nella difesa dei diritti e nella promozione della cultura della legalità.

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“L’amore non conosce dipendenze” – Intervista alle autrici Maria Antonietta Catania e Federica Dolce

L’amore è da sempre uno dei sentimenti più complessi e affascinanti, capace di ispirare poeti, artisti e filosofi di ogni epoca. Tuttavia, dietro l’intensità di un legame affettivo può celarsi una dimensione meno luminosa, segnata da dipendenze emotive, dinamiche tossiche e, nei casi più estremi, da episodi di violenza psicologica e fisica.

Nel loro libro “L’amore non conosce dipendenze”, Avv. Maria Antonietta Catania e Avv. Federica Dolce affrontano con sensibilità e competenza questo tema delicato, analizzando le sfumature che distinguono una relazione sana e costruttiva da una patologica e disfunzionale. Attraverso un approccio multidisciplinare, le autrici offrono strumenti per comprendere i segnali di allarme, prevenire dinamiche pericolose e promuovere un amore autentico e rispettoso.

In questa intervista, esploreremo insieme all’Avv. Catania le radici della dipendenza affettiva, le implicazioni sociali e psicologiche di questi legami e l’importanza delle normative a tutela delle vittime di violenza domestica, con particolare attenzione ai principi sanciti dalla Convenzione di Istanbul.

Un confronto ricco di spunti di riflessione, che invita a interrogarsi sulla natura dei legami affettivi e sull’importanza di costruire relazioni fondate sul rispetto reciproco e sull’autonomia emotiva.

1. Cosa vi ha spinte a scrivere un libro su un tema così complesso e delicato come la dipendenza affettiva?

Il saggio L’Amore non conosce dipendenze, nasce dalla esigenza di creare consapevolezza e conoscenza di alcune complesse tematiche relazionali odierne, quali la dipendenza affettiva, il narcisismo patologico, le relazioni tossiche al fine di creare autoconsapevolezza e ove, possibile autodeterminazione nelle persone che vivono o subiscono alcune di queste dannose dinamiche. Il saggio sarà inserito nella nascente Collana Conflitti e soluzioni sostenibili del gruppo editoriale Aracne -la Bussola – che avrò il privilegio di dirigere.
Gli abusi affettivi sono spesso esperienze devastanti e molte volte sono pianificati, l’amato si trasforma in carnefice diventando una vera e propria lotta per la sopravvivenza, ma possono essere individuati e superati con l’aiuto di esperti.
Fornendo la conoscenza e il suggerimento per l’utilizzo di strumenti giuridici e psicologici che possono essere di supporto o di risoluzione a conflitti, ma soprattutto che possano prevenire situazioni patologiche e distruttive nelle dinamiche relative la violenza di genere.
Il saggio è scritto con un linguaggio semplice e fruibile anche e soprattutto dai non addetti ai lavori per fornire un più facile accesso alla macchina della giustizia.
Ho avvertito forte l’esigenza quale Avvocato familiarista e mediatore di fornire un vademecum sugli indicatori della esistenza della violenza di genere attraverso la Convenzione di Instanbul che si trova integralmente inserita nel saggio.
Prevenire innanzitutto.
La Convenzione di Instanbul si propone, infatti, di prevenire la violenza, favorire la protezione delle vittime ed impedire la impunità dei colpevoli.
Il Saggio è scritto a due mani con la collaborazione dell’Avv.Federica Dolce e con i preziosi contributi scientifici della Dott.ssa Sonia Barraja psicoterapeuta ed esperto consulente del Tribunale di Palermo, e dalla Dott.ssa Rosa di Stefano, giornalista e imprenditrice del settore ricettivo di Palermo e fondatrice del format un tè con l’autore nel salotto letterario a Palazzo del Poeta.
La violenza di genere è un tema di natura trasversale che necessita per essere individuato e trattato della interazione di diversi professionisti e saperi specialistici essendo un fenomeno globale e con radici antichissime.
Attraversa Paesi, generazioni, e differenti modelli sociali, e trova il suo fondamento nelle profonde diseguaglianze storiche tra uomini e donne.

2) Come definiresti, in parole semplici, la differenza tra un amore sano e una relazione disfunzionale o patologica?

La relazione sana prevede reciprocità, desiderio reciproco, piacere nel vedere l’altro avere successo, riuscire in tutte le aree della vita.
Una relazione tossica, diventa una competizione ogni risultato, la relazione è sbilanciata, uno si trova in una situazione di supremazia e l’altro spesso, troppo spesso, in una situazione di sudditanza o di devozione dell’altro.
Il partner è spesso assente o irragiungibile e si ha sempre l’impressione di raccogliere briciole e spesso ci si accontenta così perché ci si rassegna e si pensa di non potersi ribellare e liberare.

3) Nel libro affronta il tema della violenza di genere: qual è il legame tra dipendenza affettiva e comportamenti abusanti?

Diciamo che la dipendenza affettiva può essere un fattore di rischio.
Nel senso che le vittime dipendenti affettive possono avere difficoltà ad individuare gli indicatori della violenza di genere e fare fatica ad uscire dalla relazione abusante.
Un circolo vizioso nel quale la relazione con il partner abusante potrebbe anche reinsaldarsi.

4) Quali sono i segnali d’allarme che una persona dovrebbe riconoscere per capire di essere intrappolata in una relazione di dipendenza?

Possiamo individuarne alcuni: Gelosia possessiva, possessività, mania di controllo del partner, isolamento da parenti o amici, atteggiamenti svalutanti, vittimismo, dipendenza economica, parole sprezzanti, comportamenti dispregiativi, umiliazioni, rimproveri, ridicolizzazioni, critiche avvilenti, continui confronti con altre donne o partner precedenti, insulti, urla, minacce.

5) Quanto è importante il ruolo della prevenzione e dell’educazione nelle scuole per contrastare fenomeni come la dipendenza affettiva e la violenza domestica?

La prevenzione alla violenza di genere è molto importante. Prevenire vuol dire combattere le sue radici culturali e le sue cause.
Per questo motivo sono necessarie strategie politiche mirate alla educazione, sensibilizzazione, al riconoscimento e alla realizzazione delle pari opportunità in ogni ambito della vita sia pubblica che privata.
Educare alla non violenza nelle scuole, già dalla prima infanzia è valorizzare la cultura del rispetto sin da piccoli ed allenarli all’ascolto e alla condivisione.
La scuola può essere un grande alleato per il contrasto alla violenza di genere, una palestra nella quale ci si allena a cambiare punto di vista per raggiungere una consapevolezza della propria identità di genere.

6) Che ruolo svolgono le normative, come la Convenzione di Istanbul, nel tutelare le persone che subiscono violenza nelle relazioni? Ci sono aree in cui crede si possa migliorare?

La normativa contro la violenza di genere persegue tre obiettivi, prevenire i reati, punire i colpevoli, proteggere le vittime.
La convenzione di Instanbul in particolare agli art. 5 e 6 obbliga gli stati a prevenire il verificarsi delle violenze, con misure che ridefiniscono i ruoli di genere tradizionali e contrastino gli stereotipi che rendono accettabile ancora oggi l’agire della violenza.
Persecuzione e punizione la Convenzione chiede agli Stati Aderenti ad oggi 11, di introdurre sanzioni penali per punire efficacemente i reati si violenza di genere.

7) Il libro parla anche del coinvolgimento dei figli nelle dinamiche di violenza assistita. Quali sono gli effetti di queste esperienze sui bambini e cosa si può fare per proteggerli?

I bambini vittime di violenza assistita sono testimoni involontari di aggressività, violenza, brusche separazioni e manipolazioni: tutto ciò viola il diritto di vivere un’infanzia serena e non permette di ricevere le giuste attenzioni e risposte ai bisogni
Per proteggere i bambini e gli adolescenti è utile informarli con un linguaggio consono all’età e a loro stessi, istituire servizi specializzati (ad esempio, numeri di assistenza telefonica ad es. il 114) e sensibilizzare i genitori rispetto ai pericoli esistenti sono alcuni dei modi per attenuare il rischio e prevenire questi reati.

8) Quanto influiscono i modelli culturali e sociali sull’idealizzazione di certe forme di amore tossico?

Alcuni modelli culturali dominanti (retaggio culturale e patriarcato possono favorire la violenza di genere es per tutti il femminicidio di Giulia Cecchetttin, le relazioni tossiche si basano il più delle volte su una dipendenza affettiva, su rapporti disfunzionali che ci tengono per tanto tempo legati alle persone sbagliate. Sono legami che invece che creare benessere e soddisfazione creano sofferenza, ansia e ci vampirizzano le energie vitali.

9) Quali strategie o strumenti pratici consiglia a chi vuole uscire da una relazione di dipendenza affettiva?

Si procede per step
Il primo passo è quello di riconoscere di avere un problema
Rivolgersi ad un esperto per seguire un percorso di terapia psicologica per rafforzare la sensazione di autoefficacia e capacità e di aumentare la propria autostima.

10) Hai o avete in programma ulteriori progetti o iniziative legate a questo tema, magari rivolte ai professionisti del settore o al grande pubblico?

Informare, divulgare e sensibilizzare il più possibile attraverso altre presentazioni anche nelle scuole elementari e medie proviamo a implementare una cultura della non violenza e del rispetto tra i generi attraverso la lettura del saggio L’Amore non conosce dipendenze, che è anche in formato tascabile per essere regalato e portato nella borsa delle donne. Un vademecum. Un libro scritto dalle donne e per le donne che ci auspichiamo sia letto dagli uomini.
Il contrasto, la prevenzione alla violenza di genere è un problema che riguarda prima di tutto gli uomini.
Avremo il piacere di scrivere ancora sul tema per raggiungere quanti più utenti possibile, ma anche e soprattutto le giovani generazioni.

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Evento in Deontologia: Dati aperti e attivismo civico: strumenti di partecipazione, trasparenza e cambiamento sociale

Il giorno 12 dicembre 2024 alle ore 9:30 si terrà presso l’Aula Magna della Corte di Appello di Palermo l’evento formativo sul tema “Dati aperti e attivismo civico: strumenti di partecipazione, trasparenza e cambiamento sociale“.
L’evento è organizzato dalla Camera Civile di Palermo con il patrocinio del COA di Palermo, media partner è il Sole 24ore ed è valido per la formazione obbligatoria per il quale saranno riconosciuti ai partecipanti nr. 3 crediti formativi nella materia: Deontologia (l’evento è gratuito ma è necessaria l’iscrizione compilando il form in calce al presente articolo).

I dati aperti rappresentano una risorsa strategica per promuovere la trasparenza nella gestione della cosa pubblica e favorire la partecipazione attiva dei cittadini alla vita democratica. L’argomento dei dati aperti è strettamente correlato alla professione forense: il loro accesso ed utilizzo possono diventare strumenti di responsabilizzazione per una giustizia più equa, trasparente e vicina al cittadino. Esempi ne sono la stessa digitalizzazione, il processo informatico ed il Tribunale Online in fase di sperimentazione. Inoltre, l’evento si propone di esaminare come la disponibilità e l’analisi dei dati pubblici possano contribuire a generare un cambiamento sociale, offrendo ai professionisti del diritto nuove prospettive di intervento per promuovere equità, trasparenza e partecipazione.

Di seguito il programma dei lavori:

Saluti
Avv. Biagio Barbiera: Segretario Camera Civile di Palermo

Introduce:
Avv. Dario Greco: Presidente Ordine Avvocati di Palermo

Intervengono:
Dr. Andrea Borruso: Presidente Associazione onData | consulente in Sistemi Informativi Geografici e Open Data:
I dati aperti, un diritto da esercitare

Dr.ssa Epifania Lo Presti: Giornalista e comunicatrice sociale, associazione Maghweb:
Raccogliere e rappresentare i dati per promuovere cambiamento sociale

Ciro Spataro: Dipendente del Comune di Palermo | Tecnico dell’Ufficio innovazione digitale:
Attivismo civico e istituzionale

Modera:
Avv. Gerlando Gibilaro Vice-Presidente Camera Civile di Palermo

Prenotazioni chiuse

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Mediazione, Negoziazione e Deontologia: Un Percorso Formativo per gli Avvocati a Palermo

Palermo ospiterà una serie di giornate di approfondimento su temi di grande rilievo in ambito giuridico, con un focus particolare su mediazione e negoziazione, sia in contesti familiari che civili. Gli eventi, che si svolgeranno presso l’Aula Magna del Palazzo di Giustizia di Palermo ed organizzati dalla Associazione AMI, vedranno la partecipazione di esperti legali, psicologi e docenti universitari che esploreranno diverse questioni giuridiche e deontologiche, offrendo momenti di dibattito e simulazioni pratiche.

Programma dei Lavori:

  1. 24 Ottobre 2024 – La Mediazione Familiare
    La giornata sarà dedicata alle Alternative Dispute Resolution (ADR) nel conflitto familiare, con un’attenzione particolare alla mediazione familiare e alla figura del coordinatore genitoriale. Verranno approfonditi gli aspetti storici e pratici della mediazione alla luce della recente Riforma Cartabia.
  2. 29 Ottobre 2024 – Mediazione in Ambito Civile e Successorio
    Questo modulo affronterà tematiche fiscali e successorie, come il quoziente familiare, la trascrivibilità degli accordi di mediazione e la rilevanza attuale del fondo patrimoniale, con interventi di avvocati tributaristi e notai.
  3. 7 Novembre 2024 – Negoziazione Assistita Familiare
    Sarà trattato il ruolo della negoziazione assistita in ambito familiare, con approfondimenti sull’ascolto del minore e uno sguardo comparato alle ADR nel panorama internazionale.
  4. 12 Novembre 2024 – Deontologia dell’Avvocato
    L’ultimo incontro si concentrerà sugli obblighi deontologici dell’avvocato, sia all’interno che al di fuori del processo, e sui profili deontologici nella mediazione civile e familiare.

Ogni modulo sarà moderato da esperti del settore e offrirà un’opportunità di confronto e crescita professionale per avvocati e altri operatori del diritto.

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Problematiche e Adempimenti dell’Art. 179 ter disp.att. c.p.c.: documentazione per la riconferma nell’elenco dei custodi e professionisti delegati

La normativa riguardante l’elenco dei professionisti abilitati alle operazioni di vendita nell’ambito delle esecuzioni forzate, come stabilito dall’art. 179 ter delle disposizioni di attuazione del codice di procedura civile, rappresenta un importante punto di riferimento per avvocati, commercialisti e notai.
Come ormai risaputo, tale articolo, al primo comma, prevede l’istituzione di un elenco presso ogni tribunale, elencando i professionisti che svolgono le operazioni di vendita ai sensi degli articoli 534 bis e 591 bis del codice di procedura civile.

Per la prima iscrizione nell’elenco sono necessari dei requisiti, fra cui la dimostrazione di una specifica competenza tecnica che può essere comprovata anche attraverso “una formazione specifica” come delineato nel quinto comma dell’art. 179 ter disp. att. c.p.c. lettera c).
Questa prevede la partecipazione proficua e continuativa a scuole o corsi di alta formazione organizzati da varie istituzioni professionali, tra cui il Consiglio Nazionale Forense, il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, o il Consiglio Nazionale del Notariato. È altresì prevista la possibilità di acquisire tale formazione tramite corsi organizzati da Università pubbliche o private, a condizione che si superi con profitto una prova finale di esame.

L’anno scorso ed anche quest’anno, il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Palermo ha organizzato tali corsi, di cui ai commi 6 e 7 dell’art. 179 ter, volti all’acquisizione di almeno 60 crediti formativi nel triennio di riferimento, con un minimo di 15 crediti per ciascun anno.
Il corso organizzato era il medesimo e valeva sia per la prima iscrizione, sia per l’ottenimento dei crediti formativi volti alla riconferma.

Un aspetto cruciale riguarda gli adempimenti per coloro che sono già iscritti nell’elenco e devono dimostrare il mantenimento della competenza tecnica attraverso i crediti formativi.

Ci siamo chiesti, infatti, una volta ottenuto il certificato, ovvero i certificati, relativi alla prova della frequeza (annuale) ai corsi (e quindi a dimostrazione del possesso dei crediti formativi), cosa bisogna fare?
La normativa è carente in materia e nulla viene specificato, lasciando, evidentemente, ad ogni Tribunale di chiarire i consequenziali adempimenti.

Abbiamo ritenuto, quindi, di sottoporre questa problematica all’atteznione della Presidenza del Tribunale e segnatamente al Comitato di cui al secondo comma dell’art. 179 ter disp. att. c.p.c.

A seguito di nostra sollecitazione, è stato chiarito, dopo apposita indicazione del Comitato, che tutte le certificazioni annuali dei crediti conseguiti dovranno essere consegnate all’esito del triennio al momento della domanda di riconferma presso la Presidenza del Tribunale, insieme alla consueta documentazione, che, ricordiamo include:

  • Certificato generale del casellario giudiziario di data non anteriore a tre mesi dalla presentazione.
  • Certificato o dichiarazione sostitutiva di certificazione di iscrizione all’ordine professionale.
  • Titoli e documenti idonei a dimostrare il mantenimento della specifica competenza tecnica del professionista ai sensi del settimo comma.

Abbiamo, quindi, ritenuto utile informare di tale determinazione anche la Segreteria del Consiglio dell’Ordine.

Quindi, bisogna conservare i varii ceritificati, in attesa di depositarli al momento dell’eventuale richiesta di riconferma.

Ci sia consentita solo una breve notazione: l’art. 179 ter delle disposizioni di attuazione del codice di procedura civile, pur essendo fondamentale per garantire la competenza dei professionisti nelle operazioni di vendita, evidenzia una complessità burocratica che in definitiva non garantisce lo scopo cui è preordinata la norma.
La necessità di corsi specifici, il raggiungimento di crediti formativi e la documentazione richiesta per la riconferma nell’elenco, seppur giustificata dall’esigenza di mantenere alti standard professionali, può rappresentare un onere significativo per i professionisti coinvolti.

Riteniamo, sommessamente, che un approccio più snello e meno burocratizzato potrebbe non solo facilitare il lavoro dei professionisti ma anche rendere più efficiente il sistema nel suo complesso, senza compromettere la qualità e la competenza necessarie per tali delicati incarichi.

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